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GIANCARLO LANATI

 

 

Giancarlo Lanati ha frequentato l’istituto d’arte della città dove gli insegnanti Donà, Scrocchi e Perotti hanno seguito la sua prima  evoluzione artistica. Nei lavori recenti Lanati mette in scena l’eterno dilemma: è combattuto tra la figura che rispetta la realtà e l’esigenza della materia. L’artista lavora il legno,la pietra,i sassi e per ogni elemento trova la sistemazione dei suoi soggetti. I temi scelti sono: tartarughe,soggetti religiosi e soprattutto figure femminili. Strane figure che combattono per non perdere la propria identità. Le sue donne non sono il risultato di un sogno e neppure incarnano l’ideale della sensualità. Esse sono ritratte nelle loro forme prorompenti,in diversi atteggiamenti,sicure di sfoderare tutto il loro fascino femminile. Agiscono in uno spazio indefinito,abbandonano qualsiasi preoccupazione quotidiana  e sembrano felici di vivere nella loro opulenza. Le pose accattivanti sottolineano il loro aspetto evidenziando l’armonia dell’anatomia umana. Il modo di disegnare di Lanati è sicuro e ricco di energia da dare a tutte le sue opere non solo piacevolezza ,ma anche una certa autorità. La conoscenza della forma è sicura e complessa; invenzione,immaginazione e costanza nelle scelte stilistiche sono chiare nelle sculture .I sassi modellati dal nostro autore sono scelti con cura e passione durante le passeggiate lungo il fiume Trebbia. Egli stesso li raccoglie con le forme più strane,con colori più o meno intensi. Successivamente plasmati e patinati diventano così motivo di racconto.Questo materiale naturale,nato e cresciuto al sole e alla pioggia,cede alla volontà inesorabile dello scalpello. Lanati è un personaggio che preferisce ascoltare piuttosto che parlare. La sua opera non cela travagli esistenziali o tormenti di ricerca. Egli insegue la perfezione ma non si illude di trovarla,desidera solo che le sue sculture siano giudicate valide: e valide sono. Elena Gavazzi

 

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